Con l'aumento dell'Iva dal 20% al 21% era naturale aspettarsi un incremento del prezzo di un numero infinito di beni, dalle sigarette alla benzina, dal pedaggio autostradale ai cd musicali, dalle automobili alle televisioni ecc ecc.
Mi è capitato spesso di sentire discorsi di chi, ingenuamente, riteneva l'aumento dell'1% non percepibile sulle casse famigliari. Sicuramente non sarà molto d'accordo chi ha dovuto pagare, per il solo aumento dell'iva, altri 225 euro aggiuntivi su un'automobile che aveva acquistato, facendo fede al contratto, in data 5 luglio 2011, ovvero più di due mesi prima dell'entrata in vigore della norma.
Si ok, magari l'aumento si percepisce solo sui beni il cui prezzo iniziale è già alto, ma dopotutto se hai 23 mila euro da spendere per un automobile, che vuoi che importi se ne devi sborsare altri 230? Giusto?
Andiamo allora a considerare un prezzo forfettario di 10 euro.
Ovviamente i 10 euro sono già Iva compresa (del 20%), quindi dobbiamo prima ritornare al prezzo base scorporato dall'Iva e poi applicare, su di esso, l'Iva del 21%.
Calcolatrice alla mano, supponendo che X sia il prezzo base avremo:
X + 0.2X = 10
da cui, banalmente, si ha che X = 8.333 (periodico).
A questo prezzo applichiamo ora l'Iva del 21%, in modo che:
8.333 + 0.21 * 8,333 = 10.08333 che è minore di 10.1
Quindi, l'aumento effettivo è ben sotto l'1% dell'incremento dell'Iva.
Interessante vero? Vi pare che un bene che prima costava 10 euro ora te lo facciano pagare 10,083 euro? Immaginatevi la confusione dal barbiere di paese! Un aumento del genere ha senso per i supermercati o grandi catene commerciali dove i prezzi sono già nell'ordine dei centesimi e solitamente si effettuano acquisti multipli per cui gli aumenti irrisori, se sommati, possono contribuire anche di qualche euro sul prezzo finale.
Ovviamente questa è pura matematica che in un paese di furbi e di ladri come il nostro non ha molta applicazione pratica. Senza scomodare equazioni di primo grado e menate varie, avremo che:
prezzo finale = prezzo iniziale + aumento iva 1% + libertà creativa del commerciante
e di fatto, dai 10 euro si passa ad almeno un buon 10,5 euro o, volendo abbondare, ad un 11 euro tondi tondi.
Ed è così che, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera nell'edizione online odierna, il prezzo di un cd audio passa mediamente da 19.40 a 20.90 euro cadauno. Ora, io non so che tipo di musica la gente ascolti, ma per quel prezzo come minimo il cantante deve venire a suonare a casa mia mentre io mi bevo una Tennent's Super sul divano!
Complimenti Massimo!!
RispondiElimina