"How I met your mother" è sicuramente la sit-com più divertente degli ultimi anni e, a mio parere personale, migliore anche del celebratissimo (con merito) Scrubs che nella sua genialità deve la maggior parte del successo all'originale figura politically incorrect del dottor Perry Cox, vero mattatore della serie e interpretato magistralmente da un ritrovato John McGinley.
E' vero, anche in "How I met your mother", ribattezzato dai canali mediaset con un assurdo e senza senso "Alla fine arriva la mamma", il personaggio di Barney spicca più degli altri per la battuta sempre pronta ma non è sicuramente il fulcro catalizzatore della comicità che si manifesta nelle gag e situazioni che coinvolgono il gruppo di amici al completo. Anche Chandler Bing in Friends ricopre il ruolo del mastino della risata ma la sua ilarità scaturisce proprio dal rapportarsi con il resto del gruppo, esattamente come Barney.
A proposito di Friends, c'è chi considera non a torto "How I met your mother" l'erede naturale della celeberrima sitcom della NBC, serie tv cult degli anni 90. Dopotutto le analogie sono tantissime, sia per quanto riguarda i protagonisti (un gruppo di giovani amici di New York), le locations (l'appartamento in cui vivono, il bar in cui si ritrovano a parlare, il luogo di lavoro ecc.) e soprattutto la dinamica e la comicità della situazioni in cui il cast è coinvolto.
Con Friends mi sono divertito tantissimo e non avrei immaginato che solo dopo un anno dal termine della decima e ultima stagione della serie potesse essere presentata in Tv una produzione del tutto analoga come idea ma originale, sia per la comicità che per la narrazione. In merito a quest'ultima, ritengo molto ben dosati i flashback all'interno degli episodi, cosa che non ricordo di aver visto utilizzare in Friends. Ma dopotutto l'intera storia raccontata sin dalla prima stagione di "How I met your mother" è un lungo flashback del protagonista, Ted Mosby, che inizia a raccontare ai propri figli gli eventi che venticinque anni prima lo avrebbero portato a conoscere la loro madre.
Ok, Friends lo conoscono tutti. Quello che pochi sanno è che il precursore di questo modo di pensare la sit-com che tanto ha avuto successo con Friends prima e "How I met your mother" dopo è una serie televisiva trasmessa sempre dall'NBC dal 1989 al 1998 chiamata "Seinfeld".
La serie è stata pensata, scritta e interpretata da Jerry Seinfeld, un comico di New York che prima di sfondare nel mondo della televisione ha fatto anni di gavetta esibendosi come cabarettista in moltissimi locali di New York.
Jerry Seinfeld interpreta una sorta di parodia di se stesso, Jerry Seinfeld appunto, comico della Grande Mela che conduce una vita semplicissima in un normalissimo appartamento di Manhattan insieme ai suoi amici: Elaine Benes, la ex di turno, ingenua, superficiale e sempre in cerca del ragazzo ideale; George Costanza, suo migliore amico, disonesto, sleale, sempre pronto ad approfittarsi della gente per il proprio tornaconto personale; e Cosmo Kramer, vicino di appartamento, scroccone, con idee assurde per la testa e totalmente inaffidabile.
La peculiarità di questa serie è che non parla di niente... tutti gli episodi di tutte le stagioni permeano su uno degli infiniti aspetti secondari della vita di tutti i giorni, come andare a fare la spesa, pagare le bollette, fare la fila alle poste, andare a cena con i genitori di lei, doversi continuamente rapportarsi cone le piccole ingiustize della quotidianità ecc ecc. Non esiste una storyline precisa e tutto, anche la cosa più stupida, è estremizzato in modo assurdo lasciando quell'alone di continuo non-sense che è il vero successo della serie.
Ogni episodio, almeno quelle delle prime sei stagioni, si apre e si conclude con Jerry Seinfeld che al microfono si esibisce in uno dei stand-up comedy all'americana in cui presenta sommariamente il tema portante dell'episodio, tema che risulta essere solo il motore scatenante delle nemmeno troppo velate osservazioni ironiche e pungenti nei confronti di usi e costumi della società americana.
Nonostante non vi sia una trama ben precisa, tutto quello che capita ai personaggi in un episodio non è mai fine a se stesso e la continuity degli episodi è mantenuta sempre, anche a distanza di intere stagioni. Come dimenticare l'episodio conclusivo della nona e ultima stagione in cui in una situazione al limite dell'assurdo i quattro amici vengono condannati ad un anno di prigione per aver violato "la legge del buon Samaratino" non avendo aiutato un giovane ragazzo a cui stavano rubando l'auto. E tutto al termine di un processo che ha coinvolto come testimoni anche personaggi delle primissime stagioni, vittime dirette o indirette degli atteggiamenti superficiali dei quattro protagonisti. E, ciliegina sulla torta, l'ultima battuta dell'ultimo episodio della stagione conclusiva è esattamente la prima battuta del primo episodio della prima stagione... una constatazione sui bottoni della camicia di George, fatta in prigione....
La serie in Italia non ha avuto molta visibilità. Le prime stagioni sono state trasmesse a metà anni 90 dai canali Tmc e Tmc2 mentre tutte le nove stagioni sono state trasmesse in modo integrale da Jimmy e Comedy Central, canali del pacchetto Sky. Negli Stati Uniti Seinfeld ha avuto un successo straordinario e non c'è americano che non abbia visto almeno un episodio della serie, tanto più che Jerry Seinfeld è stato il personaggio del mondo televisivo più pagato di sempre con 264 milioni di dollari di guadagno annuo e anche ora, che lo show è terminato da quasi 15 anni, è secondo solo a Oprah Winfrey.
Io mi tengo stretto il cofanetto "The Complete Series" ordinato anni fa da Amazon.co.uk, 32 dvd, 104 ore di extra oltre ai 180 epidosi della serie e il “The Official Seinfeld Coffee Table Book”. Per chi come me che considera "Seinfeld" la migliore serie televisiva mai trasmessa è un bel regalo!
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