martedì 18 ottobre 2011

Protesta sinonimo di violenza?

 

Finalmente ce l'hanno fatta! Il criminale numero uno in Italia è stato arrestato! No, non si tratta di Berlusconi ma di tal F.F., ai più noto come Er Pelliccia, studente romano reo di essere pesantamente coinvolto negli atti di violenza perpetrati a Roma durante la manifestazione di sabato.

Un ragazzo, uno studente, probabilmente esaltato, traviato, violento che sia, ma pur sempre uno studente, non un guerrigliero, un mercenario, un soldato... semplicemente un ragazzo che insieme ad un centinaio di suoi compari ha messo a ferro e fuoco la capitale d'Italia, nonchè la città più famosa al mondo, atteggiandosi da delinquente qualunque.

Secondo le forze dell'ordine, "i black bloc erano più preparati di noi".

C'è da stare allegri se chi deve garantire l'ordine in Italia, ed è addestrato e pagato per farlo, si fa mettere in ginocchio da un manipolo di ragazzi dilettanti armati di bottiglie ed estintori.

Il punto è che i violenti devono essere isolati e arrestati e, nel caso  l'arresto sia impossibile per resistenza esplicita, l'utilizzo della forza fisica è più che lecito. Questo è necessario se vogliamo che il diritto alla manifestazione di piazza delle centinaia di migliaia di persone che erano a Roma con intenzioni pacifiche possa essere salvaguardato.

Notate bene come il giovane delinquente è stato etichettato dal "Giornale" e dall'opinione pubblica.

Il simbolo della protesta.

Della protesta, non della violenza.

Tutta la fatica costata ai ragazzi che erano scesi a Roma per manifestare pacificamente contro questa situazione tragicomica che il paese sta attraversando è stata letteralmente gettata nel cesso per colpa di una minoranza di violenti che con la manifestazione non ha avuto nulla a che fare. E questo per l'incapacità, voluta o meno, di chi doveva garantire l'ordine e la sicurezza. Perchè è ovvio che tra le vittime di questa vicenda ci sono loro, i manifestanti, le persone che ancora credono di poter cambiare il paese e di farlo facendosi sentire, non con la violenza, ma con la libera espressione del loro diritto di critica. Purtroppo tutto lavoro inutile, ora chi protesta sarà etichettato sempre come violento, teppista, delinquente e il trattamento Diaz è dietro l'angolo. Il messaggio che si voleva far passare è un altro e chi governa starà gioendo per una situazione del genere perchè tutto, giustamente, ora viene messo in secondo piano. 

Quelli del Giornale dovrebbero capire che, se fossimo veramente arriviti al capolinea come Stato, non sarebbero solo 100 persone su 100 mila a essere violenti. Evidentemente c'è gente che ancora crede in questo Paese e nella possibilità di costruirsi un futuro sfruttando i mezzi leciti che il cittadino libero si è conqusitato a fatica in questi decenni. Nel momento che verrà meno questa opportunità, quella violenza non sarà più contenuta ma, al contrario del vandalismo insensato commesso a Roma, sarà direzionata verso i veri responsabili del problema. E li saranno cazzi.

Aggiornamento
Non ho pubblicato alcunchè sul blog in questo week end perchè ovviamente sono sceso a Roma con intenzioni bellicose a guidare un gruppo di ex navy seals insieme ar Bistecca, ar Breccola, ar Frappa, ar Cicoria e 'r Bresaola.

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