Lunedì sera, in assenza del consueto film di Steven Seagal di inizio settimana su Rete 4, mi sono imbattutto in Voyager condotto da Roberto Giacobbo, programma notoriamente famoso per avere solide fondamenta nella storia e nella scienza.
Uno dei servizi del programma era incentrato sulla figura di papa Giovanni Paolo II. Ora, premetto che ero al telefono e non ho potuto seguire attentamente la tesi avanzata da Giacobbo, probabilmente qualcosa che lega la figura di Wojtila a Rennes les Chateau, i templari o John Titor. In ogni caso il servizio mi ha riportato a più di sei anni fa, quando il papa polacco si spense alla veneranda età di 85 anni.
Ricordo che alla morte di papa Giovanni Paolo II si parlò quasi immediatamene della sua beatificazione, come a sottolineare l'enorme impatto che questa figura ha avuto su tutto il mondo cristiano e non solo. In quelle settimane tutti i mass media esaltarono la figura di Wojtila, la sua fede indissoluta, il coraggio e la testa alta con cui stava affrontando la malattia che lo stava logorando nel fisico ma non nello spirito, per arrivare anche a elogi più arditi, di un Papa "moderno" (!!!), il Papa dei giovani, carismatico, aperto al dialogo.
Purtroppo, come spesso accade, la morte di una persona tende ad esaltare quelle che sono state le qualità e i pregi offuscando le ombre e le colpe commesse duranta la propria vita. La stessa cosa accadde anche per Wojtila.
Giovanni Paolo II è per i cattolici un punto di riferimento altissimo, simbolo di devozione, di fede, di speranza. Il suo pontificato è stato uno dei più lunghi della storia della Chiesa, la sua figura ha assunto un ruolo centrale in tutte le vicende degli ultimi trent'anni e ha avuto un ruolo tutt'altro che marginale nella caduta del socialismo reale. Ma la sua vita è offuscata da tante ombre che non è possibile rimuovere semplicemente con la morte perchè, sappiamo tutti, la storia non si cancella a meno di fare revisionismo estremo.
L'accusa principale rivolta a Wojtila riguarda l'appoggio ai dittatori in America Latina di cui sono emblema la
benedizione di Pinochet e il rifiuto della beatificazione del vescovo di San Salvador Romero, ucciso per la sua militanza eppure «inviso alle
alte gerarchie vaticane pure da morto». L'operato di Monsignor Romero non è stato mai compreso da Wojtila che anzi lo ha intimato di condurre una vita più consona al regime sudamericano a tal punto che il vescovo di San Salvador non fu mai proclamato santo.
In compenso, durante il suo pontificato Wojtila non mancò di beatificare Pio IX, nonostante la sua ostilità nei confronti degli ebrei e della libertà religiosa, o il vescovo Aloysius Stepinac, che incoraggiò e appoggiò il regime di Pavelic in Croazia, colpevole di gravissimi crimini contro l'umanità,
perpetrando lo sterminio degli ebrei e degli zingari, e perseguitando
ferocemente i serbi ortodossi.
Non scordiamoci poi del suo inspiegato sodalizio con Marcinkus e l'Istituto per le Opere Religiose, e del fronte dei no su ogni modifica alla dottina: sacerdozio alle
donne, sacramenti per i divorziati, aborto, contraccezione,
omosessualità. E non concesse nulla neanche sul delicato fronte del celibato
ecclesiastico, nonostante la diffusione del concubinato tra il clero e
il problema degli abusi sui minori. Tante accuse sono state rivolte a Ratzinger per quanto riguarda la copertura della Chiesa sui casi di pedofilia che hanno coinvolto esponenti del clero ma ricordiamoci che Benedetto XVI non è stato Papa da sempre e che prima di lui Wojtila è stato capo della Chiesa cattolica per 30 anni... impossibile che non sapesse.
Ma la cosa che a mio parere ritengo più assurda è il volere a tutti i costi associare la figura di Giovanni Paolo II al concetto di modernità.
Wojtila ha avuto il merito di passare ai più come un papa moderno
mentre in realta' è stato un papa conservatore. Trovo assurdo criticare Ratzinger ed elogiare Wojtila, visto che la
linea vaticana è la medesima e per di più Ratzinger è stato uno dei
suoi primi collaboratori.
La differenza tra Ratzinger e Wojtila sta tutta nelle
caratteristiche personali, il primo teologo, studioso, filosofo e
schivo..il secondo piu' politico, piu comunicatore, più carismatico.
Wojtila è stato un grande politico, era dotato di un carisma innato ed è riuscito a comunicare il suo messaggio fino all'ultimo. Anche la sua morte, esasperata in extremis, con la sua immagine sofferente che si regge alla croce, è servita a far parlare di sè. Più che uomo di Chiesa, Wojtila è stato un leader politico che ha avuto il merito di aver influito in qualche modo sulla vita di tutti i potenti del suo periodo storico. Se i cattolici e non solo ora lo vedono sotto una determinata luce non è tanto per quello che ha fatto in vita ma per come è riuscito ad apparire ai più. Non voglio giudicare negativamente quello che Wojtila è stato o ha fatto, dopotutto essendo capo della Chiesa cattolica non era lecito, almeno per me, attendersi chissà quali "miracoli" nel suo operato. Dico solo che, se fossi cattolico e avessi un quadro completo della vita di quest'uomo, la beatifcazione mi parrebbe (sarebbe parsa) proprio fuori luogo.
Fortunatamente non lo sono.
I Santi sono fatti dagli uomini non da Dio, per quello che vale un vero santo potrebbe essere considerato almeno per me san charbel
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